Esperto di Calcio

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5 marzo 2015

Stats corner: goal, il linguaggio universale del calcio

Non esiste un linguaggio più internazionale del goal. Le reti, specie quelle delle punte, sono il più importante e famoso spot per il calcio. Ecco perchè, passato il giro di boa di tutti i più importanti campionati continentali, ho deciso di analizzare le prestazioni dei top scorers del vecchio continente.
Ad oggi è possibile affermare con certezza che, ad eccezione della Liga spagnola, in tutti i campionati è difficile andare a segno.
Merito delle difese o demerito degli attaccanti? Difficile dirlo, ma la mancanza nelle altre di leghe di un centravanti come Cristiano Ronaldo è invece un dato di fatto.
Questa la situazione nei cinque maggiori campionati continentali:

from squwka.com matrix comparison


Sono numeri impietosi, semplici, da cui possiamo evincere alcune ineluttabili verità:

  • Il capocannoniere milita nella squadra che guida la classifica
  • Solo Arjen Robben riesce a spezzare il tabù dei centravanti 
  • La Serie A è il campionato in cui si segna con meno frequenza
Tirate queste prime semplici conclusioni, andiamo ad analizzare maggiormente nel dettaglio i record dei singoli giocatori. 

  • Il più prolifico, nemmeno a dirlo, è Cristiano Ronaldo con 30 reti in 22 match
  • L'attaccante che maggiormente conclude verso la porta è sempre Cristiano Ronaldo con 137 conclusioni 
  • La shot accuracy, ovvero la capacità di centrare la porta, più elevata è di Diego Costa. Il 71% delle sue conclusioni trova la porta avversaria. Su 63 conclusioni ha trovato 17 reti
  • Re dei goal su calcio di rigore è sempre Cristiano Ronaldo, che ha trasformato 9 marcature dal dischetto
  • I più prolifici a realizzare dentro l'area di rigore, esclusi i rigori, sono a pari merito Diego Costa e lo stesso numero 7 del Real Madrid: 17 gol
  • Da fuori area il migliore è il giovane Lacazette, che sta trascinando il Lione a sfidare il PSG per il titolo
  • Lacazette è anche l'unico profeta in patria, vale a dire l'unico giocatore nostrano a guidare la classifica marcatori
Insomma, quello del centravanti resta un mestiere difficile. A leggere i numeri sembra si possa affermare che l'Italia, come si dice da sempre, sia l'università per gli attaccanti. Nessuno, dal brasiliano Ronaldo a Batistuta passando per Cavani, Signori, Baggio e Del Piero, è mai riuscito a collezionare nello stivale una media goal superiore ad uno (un goal a partita). Questo perchè nessuno si difende come noi, nessuno pone tanta attenzione al sistema tattico. 
E' un bene per il nostro calcio tutto questo? Non lo so, ma di sicuro non rinnego le nostre origini e la nostra storia calcistica. Ai posteri l'ardua sentenza. 

3 marzo 2015

Storie di calcio: Vazquez e Dybala, tango maestro

E' difficile affermare che il nostro campionato sia divertente, avvincente. Persino il match più atteso dell'anno, Roma v Juventus, non ha esaltato gli esigenti palati dei calciofili nostrani. Eppure ci sono motivi per guardare al campionato con una certa positività, con la consapevolezza di poter ancora vedere giocate di alta scuola.
Certo, obietterà qualcuno, un tempo godevamo delle magie di Zidane, Ronaldo e Del Piero. Oggi, invece, dobbiamo accontentarci dei grandi campioni del passato, ormai sul viale del tramonto, o di promesse in erba. Bene, io ho sempre avuto una particolare predilezione per questi ragazzi, forse per la loro sfrontatezza, forse per quel senso di gioia che trasmettono con le loro movenze.

La Serie A di oggi non brulica di campioncini, ma in Sicilia ci sono due attaccanti che mi stanno facendo impazzire, per estro e continuità. Parlo ovviamente di Franco Vazquez e Paulo Dybala, capaci di rendere ogni partita del Palermo uno spettacolo unico, da vivere tutto di un fiato.
I due argentini, potenzialmente arruolabili per la nostra selezione nazionale, sono letteralmente esplosi nel corso di questa stagione. Nessuno aveva mai messo in dubbio il loro talento, ma numeri alla mano non sembrava possibile che i due si facessero carico delle sorti offensive dei rosanero. Iachini, vero mentore della coppia d'oro, è stato il primo a credere fermamente nelle potenzialità offensive dei due, incominciando il campionato con uno scacchiere tattico poco apprezzato dal presidente Zamparini. Sono troppo piccoli e fumosi, dicevano. Ma Iachini, uno che in campo avrebbe soffertp da morire la velocità e i dribbling dei funamboli palermitani, ha fatto orecchie da mercante. E ha continuato per la sua strada anche quando i risultati non gli davano completamente ragione, anche quando tutti invocavano un cambio di rotta.

Ma il Dio del calcio ci vede benissimo e riconosce immediatamente le buone idee. Ed ecco che Dybala e Vazquez, a secco nelle prime di campionato, hanno innestato la marcia alta. Dribbling, assist, gol pesanti, non manca nulla nel repertorio della Joya e del Mudo. I numeri, che non mentono mai, sono schiaccianti. Il Palermo ha realizzato 38 reti, 19 delle quali arrivano dai due argentini. Ma non solo, perchè in altre nove circostanze hanno messo lo zampino con un assist decisivo. A conti fatti le due bocche di fuoco del Palermo sono l'anima stessa della squadra. Intorno a loro nove splendidi compagni, che aiutano il lavoro dei solisti albicelesti.



Per spensieratezza e qualità di gioco, a mio avviso, Vazquez e Dybala rappresentano al momento il top in Italia. Nessuno come loro sa essere imprevedibile e decisivo, freddo e spietato. Sono capaci di realizzare reti pesanti e divertire allo stesso tempo, una qualità non da tutti nell'odierno calcio italiano. Nemmeno le compagini più blasonate hanno una coppia di centravanti così bella da vedere, e forse il segreto è nella freschezza dei loro anni. Ma un aspetto che non va sottovalutato, alla faccia di tutti quei soloni della tattica e della prestanza fisica, è la loro natura calcistica. Vazquez e Dybala giocano come centravanti pur non essendo nati come punti di riferimento.
El Mudo, cresciuto a pane e calcio nella cantera del Belgrano, è sempre stato un trequartista di chiaro stampo sudamericano. Visione di gioco, dribbling, assist e passaggi illuminanti, ma sempre pochissime reti. Eppure Iachini, spostandolo nel vivo del gioco e senza compiti difensivi, ha saputo tirar fuori da lui quel killer-istinct che nessuno aveva mai visto nei suoi occhi.
La Joya, ribattezzato in Sicilia "u picciriddu", aveva invece solo bisogno di tempo e fiducia. Non è una prima punta vecchio stile, ma ha tutte le carte in regola per segnare gol a grappoli. Non da punti di riferimento ai marcatori avversari, ha una tecnica pressoché perfetta e ha estro. A tutti, ed è normale sia così, sta ricordando la crescita di un altro giovane sudamericano diventato grande in quel di Palermo. Parlo ovviamente di Edinson Cavani, e come lui anche Dybala è pronto a spiccare il volo in una grande squadra. Speriamo almeno sia un'italiana, continuare a vedere la Joya è

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